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Ferragosto moglie mia … divertiamoci insieme!

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Da Susanna Squellerio

Feriae Augusti, il riposo di Augusto, così veniva indicata la festività istituita, in onore di Ottaviano Augusto, primo imperatore romano, nel 18 a.C. unendosi così alle antichissime festività di Vinalia rustica, Nemoralia o Consualia che si celebravano nello stesso mese per commemorare la fine dei raccolti.

Ferragosto collegava le festività di Augusto a un periodo di riposo detto anche Augustali, dopo le fatiche e lavoro intenso.

In tutto l’Impero venivano organizzati festeggiamenti, fiere, mercati e corse di cavalli e, gli animali da tiro, venivano adornati con fiori per esprimere riconoscenza dopo le lunghe giornate di duro lavoro nei campi.

Anticamente, questa festività, cadeva il primo di agosto, ma la data fu spostata, su volere della Chiesa Cattolica, affinché coincidesse con la festività liturgica dell’Assunzione di Maria in Cielo.

Secondo i cattolici, Maria fu assunta materialmente in Paradiso sia con l’anima sia con il corpo, a differenza degli altri mortali.

Ortodossi e armeni celebrano in questo giorno, solamente la Dormizione di Maria; la sua morte.

La tradizione popolare della gita di Ferragosto nacque durante il ventennio fascista.

A partire dalla seconda metà degli anni Venti, il regime organizzava, con le associazioni del dopolavoro delle varie corporazioni, centinaia di gite popolari con i “Treni popolari di Ferragosto” a prezzi scontati.

Questo giorno festivo è, in Italia, molto sentito. Pranzi lunghissimi, grigliate, giornate al mare oppure ai monti, balli in spiaggia, bagni di mezzanotte, spettacoli pirotecnici, sagre, celebrazioni religiose, concerti e molto, molto di più all’insegna della spensieratezza e riposo.

Durante questo giorno, come da tradizione, sono evocate usanze e costumi che hanno origini remote: in Sicilia, a Messina, a Ferragosto, si svolge la cavalcata del Gigante e della Gigantessa: enormi fantocci fatti di cartapesta, chiamati come da tradizione Cam o Saturno, e Rea o Cibele, e portati a spalla in giro per la città.

Dalla memoria dei giochi romani arrivano anche i tanti pali: a Porto Santo Stefano si svolge il Palio dell’Argentario, antica gara remiera, a Sarteano poco prima del tramonto si svolge la Giostra del Saracino, gara di abilità tra cavalieri e, ancora, Il Palio di Siena, che si tiene invece il 16 agosto, una competizione fra le Contrade.

Mi permetto di suggerire un sito, da me trovato per caso, utile a chi non vuole perdersi nemmeno una battuta di questo periodo vacanziero e di eventi, si tratta di http://www.giraitalia.it/agosto/.

Non posso tralasciare di porre un altro accento sulla varietà di piatti tipici che, anche a Ferragosto, ci permette di gustare prelibatezze peculiari che variano da regione in regione: dal piccione arrosto dell’Umbria al gelo di melone della Sicilia, dal pollo con i peperoni del Lazio alle orillettas della Sardegna, ovvero rombi di pasta fritta bagnati in uno sciroppo bollente di miele ed acqua, da gustare proprio a Ferragosto.

Asado, pansoti, melanzane ripiene, salumi, formaggi, lasagne e chi più ne ha più ne metta sempre gustati con grande allegria.

Una nota divertente: un detto popolare che cita “Ferragosto amor mio non ti conosco”.

Non ho compreso sino in fondo il significato di tale proverbio che, pare sia, fra i più strani. Si dice faccia riferimento all’eventuale possibilità di un concepimento che possa avvenire in questo periodo e che, quindi, prevedrebbe il parto in maggio mese molto indaffarato per chi lavora nei campi e, quindi, in quel periodo, occorre che tutti siano disponibili e abili al lavoro.

Nel corso degli anni il significato è mutato. Durante le vacanze estive molte mogli si recano nei luoghi di villeggiatura con figli al seguito mentre, i mariti soli, soletti rimasti in città, troverebbero consolazione con distrazioni amorose. La risultante: un bel pasticcio e un Ferragosto non sempre allegro e spensierato!

Io personalmente preferisco la versione “tutti insieme appassionatamente!” un pochino caotica ma molto appagante.

Ferragosto spezza l’estate, le conferisce un’ultima accezione di serenità prima dell’autunno e cioè del ritorno agli impegni di lavoro.

Il canto del cigno dei lavoratori e scolari che, scatenandosi in amenità, si assicurano

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